Nella cultura popolare ancora oggi esistono parecchie superstizioni e antiche credenze legate agli animali. Come quella legata alla Sfinge testa di morto, Acherontia atropos. Già solo il nome scientifico, Acherontia atropos, racchiude in se del macabro, infatti deriva da Acheronte, uno dei fiumi infernali, e Atropo, una delle tre moire greche a cui era assegnato il compito di recidere il filo della vita. La sfinge testa di morto è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in Eurasia e Africa. Caratteristica di questa falena è la macchia presente sul lato superiore del suo torace che vagamente ricorda la figura di un teschio. Questa macchia ha fatto in modo che questa falena guadagnasse una reputazione negativa, ispirando associazioni con il mondo soprannaturale e con il maligno. Secondo numerose superstizioni, essa è messaggera di guerra e pestilenza, portatrice di sfortuna, arreca gravi disgrazie e morte nelle case in cui vola. La simbologia di questa farfalla, come portatrice di morte è stata ampiamente utilizzata da artisti, scrittori e soggettisti cinematografici. Tra i tanti ricordiamo il racconto di Edgar Allan Poe, La sfinge. Oltre a questa macchia, questa sinistra falena, possiede una caratteristica molto insolita per questo genere di insetti: quando disturbata o irritata emette un suono stridulo ben udibile dall'orecchio umano prodotto espellendo aria dalla sua spirotromba.
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Bachi da seta nutriti con grafene
Un nuovo esperimento della Tsinghua University di Pechino ha nutrito dei comuni bachi da seta (Bombyx mori) con foglie di gelso imbevute di carbonio e grafene. Il grafene è un materiale 100 volte più resistente dell'acciaio e con proprietà conduttive. Il risultato è stato una fibra composta da carbonio e grafene e capace di trasmettere elettricità. I ricercatori hanno imbevuto foglie di gelso, che costituiscono solitamente l'unico alimento del Bombyx mori, in una sostanza acquosa composta per lo 0,2% di nanotubi in carbonio e grafene. La seta prodotta dai bachi nelle ore successive è risultata due volte più resistente rispetto a quella classica e in grado di sopportare sollecitazioni di almeno il 50% superiori prima di rompersi. Altra caratteristica di questa seta è che è in grado di trasmettere l’elettricità, merito dei nanomateriali incorporati. Il successo dell’operazione può aprire le porte alla produzione di nuovi tessuti impiegabili nel settore dell’hi-tech ed ha dimostrato come è possibile ottenere una fibra in carbonio in modo più naturale ed ecosostenibile.
#50000_GRAZIE
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Il ragno che si traveste da "pupazzo"
Scoperta una nuova specie di ragno, nella foresta Amazzonica, dalle capacità sorprendenti. Si tratta di un ragno del genere Cyclosa, l'eccezionalità di questo piccolo ragno consiste nella bravura a riprodurre fedelmente una copia in scala di sé stesso, completa di testa, addome e zampe, spesso esattamente otto, utilizzando seta e residui di foglie, detriti e insetti morti. I ragni di questo genere sono noti decorare la tela con strutture a croce, in linea o a zig-zag, ma nessuno riesce a riprodurre sé stesso, né sono noti altri esempi di animali in grado di eseguire un perfetto auto-ritratto. Probabilmente il comportamento del piccolo e indifeso Cyclosa è una tecnica messa in atto per non diventare il pasto di un predatore. La speranza è che possa spaventare i predatori o almeno confonderli sino a che il vero ragno non sia al sicuro. È un bluff rischioso, ma se la strategia è premiata dall'evoluzione evidentemente funziona. Per i ragni nascondersi è di fatto impossibile per motivi professionali, dato che gli tocca risiedere al centro della tela tutto il giorno.
Il bombice foglia di Quercia
La Gastropacha quercifolia o bombice foglia di quercia è un lepidottero appartenente alla famiglia Lasiocampidae, diffuso in gran parte del continente Europeo e Asiatico. Questo grosso bombice, può raggiungere anche i 9 cm di apertura alare, la femmina presenta maggiori dimensioni rispetto al maschio. La Gastropacha quercifolia costituisce uno degli esempi più eclatanti di mimetismo per via della forma assunta a riposo, con le ali che simulano nei contorni e nel colore foglie morte di quercia. La forma, la posizione e il colore delle ali, ricordano in tutto una foglia di quercia, unita alla protuberanza sul capo, che serve a completare il mimetismo simulando il picciolo della foglia. Questa "tecnica", per confondersi con l'ambiente che la circonda, è detta criptismo o mimetismo criptico. Gli adulti sfarfallano tra giugno e luglio a seconda della località mentre le larve si sviluppano principalmente sulle querce.
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