Secondo una leggenda metropolitana del XX secolo, le leggi dell'aerodinamica non permetterebbero al bombo di volare per il fatto che non avrebbe una sufficiente superficie alare ed una sufficiente frequenza di battito d'ali per sostenere il proprio peso. L'origine di tale credenza non è facile da rintracciare con certezza. John McMasters riportò un aneddoto riguardante un anonimo studioso svizzero di aerodinamica, il quale durante una festa eseguì alcuni calcoli approssimativi e concluse, presumibilmente scherzando, che tali equazioni dimostravano l'impossibilità di volare da parte del bombo. Nel libro Le vol des insectes (Il volo degli insetti) scritto dall'entomologo Antoine Magnan; l'autore applica le equazioni relative alla resistenza dell'aria agli insetti e ne ottiene che il loro volo sarebbe impossibile, ma aggiunge che "non ci si dovrebbe sorprendere del fatto che i risultati dei calcoli non coincidano con la realtà". In realtà, nel corso di esperimenti di aerodinamica, questa teoria è stata ampiamente smentita. I bombi, come le api, sono tra i principali insetti impollinatori e la loro sopravvivenza è fondamentale per la salvaguardia delle attività agricole umane. Imparare a conoscerli meglio significa possedere più strumenti per tutelarli come specie. Di altre curiosità sui Bombi ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Volare più in alto dell'Everest, per i Bombi è possibile". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video.
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Insetti nella storia: l'abbraccio eterno
Terzo appuntamento per Insetti nella storia, oggi vi parlo di un abbraccio eterno tra due esemplari di Anthoscytina perpetua dal Giurassico medio fino ad oggi. "L'abbraccio" di cui vi parlo è scolpito nella roccia da milioni di anni, la loro unione dura da 165 milioni di anni: secondo gli esperti costituiscono la più antica testimonianza fossile di insetti intenti ad accoppiarsi. Si tratta di due insetti all'ormai estinto gruppo dei Procercopidi, insetti simili agli attuali Cercopidi, comunissimi a tutte le latitudini. Questo incredibile ritrovamento è avvenuto in un’area sudorientale della Cina. I reperti sono stati scoperti nel villaggio di Daohugou e mostrano i due insetti risalenti a 165 milioni di anni fa raggiunti dalla morte proprio mentre erano impegnati in un accoppiamento, a causa delle esalazioni mortali di un gas velenoso, conseguenza di un’attività vulcanica. Secondo la ricostruzione degli esperti, i due insetti avvinghiati, una volta diventati fossili, sono finiti sul fondo di quello che in futuro sarebbe diventato un lago, dove si sono preservati per milioni di anni coperti sotto diversi strati di sedimenti e ceneri. Questo ritrovamento è molto utile per comprendere il comportamento sessuale degli insetti del passato, poiché sono pochi i reperti di insetti fossili rinvenuti che fossero rimasti in quella determinata posizione. Dopo aver condotto alcune ricerche, dei ricercatori sono stati in grado di affermare che la posizione sessuale e gli organi genitali degli insetti sono rimasti invariati in milioni di anni. Per leggere altri post di Insetti nella storia scorrete l'home page del blog!
La "Visione a mosaico" degli insetti
Gli insetti percepiscono gli stimoli luminosi mediante semplici unità sensoriali diffuse. Gli organi visivi sono situati nel capo, a secondo della loro complessità si distinguono in occhi composti e ocelli. Gli occhi composti sono organi della vista caratteristici di insetti e crostacei, sono disposti lateralmente al capo, gli occhi composti sono costituiti da più unità ottiche autonome coordinate, dette ommatidi. Sommando come in un mosaico le immagini parziali di ogni ommatidio, l'occhio composto raccoglie l'immagine completa; da qui "visione a mosaico". Il numero degli ommatidi varia a seconda della specie da uno a 20.000, i valori più elevati si riscontrano in specie che cercano cibo e partners in volo, in questi casi si osservano grandi complessi visivi che possono occupare gran parte del capo. Negli insetti volanti che adoperano la vista per la ricerca di cibo come le api devono agire in un tempo molto breve per esaminare ciò che vedono gli innumerevoli occhi, in questo caso allora effettua un rapido esame detto "scanning" scorrendo uno a uno tutte le immagini inviate dagli organi visivi che contengono l'obbiettivo da osservare. La percezione dei colori non è la stessa che si nota nei vertebrati, infatti un ape riesce a vedere differenze di colori da 650 a 300 nm con notevole attenzione per gli ultravioletti. Mentre un uomo da 800 a 400 nm. Di altre curiosità sul mondo della vista negli animali ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Qual è l'animale con più occhi?". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte foto "Wikipedia".
Insetti nella storia: l'antico Egitto
Secondo appuntamento per la nuova serie Insetti nella storia, oggi vi parlo degli insetti nell'antico Egitto. In Egitto vivevano, e vivono tuttora, moltissime specie di insetti. Il primo insetto a cui si pensa legato al mondo egizio è lo scarabeo stercorario. Lo Scarabaeus sacer era un insetto sacro degli antichi Egizi, credevano che nascesse da una palla di sterco, per cui lo considerarono un'immagine dell'auto creazione. Veniva adorato con il nome di "Khepri" che significa "divenire" e simboleggia l'eterna trasformazione della vita umana, per questo divenne un potente amuleto. Lo Scarabaeus sacer abitualmente crea delle sfere di sterco e le rotola fino alla sua tana scavata nella sabbia o nel terreno, poi la ricopre e da lì nascevano i nuovi scarabei. Gli antichi egizi interpretavano questo come simbolo di rinascita dalla morte quindi vita eterna. Oggi sappiamo che il coleottero depone le uova nella sfera di sterco; dove nasce la larva, cresce e diventa adulto. Un'altro insetto che ricopriva un ruolo importante nell'antico Egitto era l'ape, "bit" in egizio. L'apicoltura fu praticata in Egitto già dalla V dinastia. Il miele ottenuto si usava soprattutto come alimento, ma anche per preparati medici e unguenti. Per gli egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra, una dea. L’ape era paragonata all'anima, si pensava che riportava in vita un defunto qualora entrasse nella sua bocca. Anche altri insetti sono stati protagonisti per questa popolazione, come le le libellule, le cavallette presenti in rilievi di tombe. Altri ancora erano legati a malattie o strane leggende. Magari ve ne parlo in prossimo post di Insetti nella storia. Fonte immagini WikiCommons.
Stenocara gracilipes
La mancanza d'acqua è uno dei tanti problemi che ci sono nel vivere nel deserto. La Stenocara gracilipes, un coleottero del Namibia, ha trovato una soluzione a questo problema. Questo insetto vive dove l'aria fredda e umida dell'Oceano portata verso il continente incontra l'aria calda del deserto formando una coltre di nebbia. L'umidità che si genera quando il sole va a dissipare questa nebbia si condensa sull'estremità dell'addome della Stenocara gracilipes formando delle piccole gocce, che scivolando sul suo dorso altamente idrorepellente giungono per gravità alla bocca del coleottero dissetandolo, permettendo all'insetto di vivere in zone del deserto dove cadono meno di 40 millimetri di pioggia ogni anno. Alcuni ricercatori hanno cercato di emulare il complicato tessuto del dorso della Stenocara gracilipes; hanno sintetizzato un tessuto artificiale che consente di raccogliere l'acqua prodotta dall'umidità e dalla nebbia, in modo da sviluppare una varietà di dispositivi per raccogliere vapore, condensabile in acqua potabile o per l'irrigazione agricola in regioni inospitali. Una società britannica che crea tessuti sperimentali, ha creato il prototipo di una bottiglia che si auto-riempie d'acqua, riuscendo a immagazzinare fino a tre litri di acqua ogni ora. La speciale bottiglia è un prodotto della cosiddetta Bio-imitazione e si ispira nella forma al guscio della Stenocara gracilipes. Questo ci dimostra ancora una volta come la maggior parte delle invenzioni dell'uomo sono ispirate alla natura. Di altri comportamenti e stratagemmi animali per ovviare al problema di mancanza di acqua nel deserto ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Bere nel deserto". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte foto "Focus".
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